Una volta un vecchio dalla voce roca mi disse, nel siciliano dei padri: "quella di Trapani è la provincia in Europa con la maggiore estensione di terreni coltivati a vite, e il comune di Mazara conta i vigneti più estesi".
"Il problema per noi mazaresi é che circa l'80% di queste terre non sono di proprietà dei mazaresi", mi diceva invece mio padre, a marcare la presenza di una imprenditoria - ahinoi! - decadente e che non guarda alle proprie risorse né a medio termine, né con occhio "creativo". Ecco perché La Vigna è il nome che ho scelto per questa etichetta piccola piccola, fatta "in campagna" (e non "p'incampagna", come usiamo dire in siciliano per sminuire qualcosa) e che guarda alla musica della provincia di Trapani e - in generale - siciliana.
Questo nome vuole quasi esorcizzare la mancanza di progetti nel territorio, e allo stesso tempo mi ricorda come - quando noi mazaresi vogliamo perderci un po' - corriamo in auto o in bici o in moto ai Gorghi Tondi o in fondo a via Salemi, fra quei i vigneti di cui parlava il vecchio. Camminate fra quei filari dopo un temporale e rimarrete a bocca aperta respirando secoli di storia.
La Vigna vuole guardare a queste terre vastissime, valorizzando (per quanto possibile) quanto di buono
c'è nell'Isola. Vuole vivere (e far vivere) le stesse emozioni che si provano bevendo un ottimo bicchiere
di syrah davanti ad un camino d'inverno, o uno chardonnay fresco di fronte il mare di Mazara, d'estate.
O un Marsala di quelli che i grandi imprenditori agricoli della zona hanno saputo far resuscitare.
Vogliamo coltivare uve di qualità, perché siamo in tanti a credere che in questo angolo d'Africa
ci siano talenti inespressi o che - se espressi - restano sotto terra, in attesa di germogliare.
La Vigna vuole farli fiorire, in un modo o nell'altro, foglia dopo foglia, acino dopo acino, filare dopo filare.
Buona degustazione!
Paolo
La Vigna Dischi